La testimonianza della madre di Patrizia Cormos, una delle vittime della tragedia del Natisone dove hanno perso la vita altre due persone.
L’ultimo messaggio prima della tragedia ma anche gli audio delle registrazioni delle varie telefonate che i giovani Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar hanno effettuato ai soccorritori prima che si verificasse la drammatica e mortale piena del fiume Natisone che non gli ha lasciato scampo lo scorso 31 maggio. A raccontare il contenuto di quelle chiamate prima del fattaccio, è stata la madre della Cormos.
Natisone, i ragazzi in attesa al telefono
Intervenuta parlando a diversi media locali, la madre di Patrizia Cormos ha raccontato il contenuto delle registrazioni delle telefonate che i ragazzi, sua figlia compresa, hanno effettuato ai soccorsi prima della tragedia del Natisone. “I ragazzi sono stati messi in attesa“, ha sottolineato la donna mettendo in evidenza che prima di parlare con qualcuno siano passati svariati minuti.
“Senza alcun sostegno. Ci chiediamo come sia potuta accadere una cosa del genere. Chiunque chiami per chiedere aiuto non dovrebbe mai essere messo in attesa. Chi risponde dovrebbe cercare di rassicurare, di offrire una parola di conforto, e non lasciare che l’unico suono in linea sia una musica di sottofondo“, ha confidato la donna.
Le parole di Patrizia Cormos ai soccorritori
Tra gli altri strazianti passaggi dell’accaduto sarebbero state riferite anche le parole della povera Patriza Cormos che si era resa conto della gravità della situazione. La ragazza, infatti, aveva lanciato, prima di sparire travolta dall’acqua, un ultimo appello: “Non abbiamo più tempo, non ce la facciamo più. Solo un elicottero può salvarci”.
Proprio le tempistiche relative all’intervento dell’elicottero sono sotto indagine. Le azioni in loco del mezzo ‘Doppio India’, decollato alle 14.07 circa e giunto sul posto alle 14.13 circa, sono oggetto di analisi da parte delle autorità che sono chiamate a definire eventuali colpe.
